Monthly Archives: Giugno 2018

Scienziati per un mondo senza prostituzione


“La prostituzione non è in alcun modo un lavoro come un altro. È degradante, straziante, è sfruttamento. Le persone prostituite vivono un sacco di orrore e disgusto, che devono reprimere in modo da sopportare l’esperienza.“ afferma Michaela Huber, psicologa e responsabile della Società Tedesca per il Trauma e la Dissociazione.

“Nel sistema prostituente, le donne sono sistematicamente denigrate, usate, e degradate ad oggetti.” dice Lutz Besser, direttore del Centro di Psicotraumatologia e Terapia del Trauma di Niedersachsen.

“La prostituzione affonda le radici nella violenza subita da bambini. La società non deve rifiutare o coprire questa violenza! ” chiede Susanne Leutner, vice–presidente dell’associazione di terapeuti del trauma EMDRIA.

Importanti terapeuti tedeschi esperti in traumi si espongono con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sostenendo l’iniziativa “Stop Sex–Kauf”. L’organizzazione, una coalizione di cittadini e centri di eccellenza, esige che i clienti vengano criminalizzati, in linea con il modello svedese: “E ‘il nostro obiettivo, non criminalizzare la prostituta, ma attirare l’attenzione sul cliente, la cui domanda crea il mercato. I clienti sono i veri responsabili del fatto che un numero crescente di giovani donne provenienti dai paesi più poveri del mondo vengono portete in Germania per lavorare come prostitute” perché “La realtà delle donne nella prostituzione viene resa affascinante o banalizzata e ignorata – E lo sfruttamento sessuale delle donne in questo modo viene normalizzato e cementato.“ Continue reading

La prostituzione non può essere regolamentata, deve essere abolita!

La psicoterapeuta esperta di trauma Ingeborg Kraus in questo intervento fa il bilancio di 15 anni di regolamentazione della prostituzione in Germania denunciando il fallimento della legge: industrializzazione e banalizzazione della prostituzione, aumento e invisibilità della tratta, inasprimento della violenza nella quotidiana interazione con i compratori di sesso. Il modello tedesco sta creando come dice la studiosa “l’inferno sulla terra”: è in atto una devastante violazione di diritti umani e questo deve servire da monito a tutte quelle persone che chiedono la “riapertura delle case chiuse”, luoghi di segregazione dove le donne prostituite erano tenute lontane dagli occhi dei benpensanti, escluse dall’esercizio di qualsiasi diritto, schedate a vita come donne di serie b, sacrificate sull’altare del dominio maschile. Proprio oggi, 8 marzo, vogliamo rivendicare che la prostituzione non è un lavoro, ma violenza patriarcale, che la legge tedesca è nata proprio nell’ottica neoliberista dello sfruttamento sistemico e selvaggio dei corpi delle donne. La retorica dei “diritti delle lavoratrici sessuali” , della “prostituzione come lavoro come un altro” ha in realtà coperto gli affari criminali dei vari papponi che fatturano miliardi in nome della libertà di disporre di quei corpi che non sono più nostri, ma del patriarcato. Diciamo no a chi vuole venderci la prostituzione come lavoro, come via d’uscita dalla povertà e dall’assenza di alternative tipiche di un mondo globalizzato che fa crescere e moltiplicare i mega-bordelli e condanna noi donne alla schiavitù. La legge Merlin non si tocca! #IosonoLinaMerlin #Modello nordico 

Grazie per avermi invitata a questa conferenza internazionale a Pamplona, grazie a tutte le organizzazioni che hanno reso possibile questo evento, specialmente a Sara Vicente della Commissione per la ricerca sulla violenza contro le donne.

Quindici anni fa, quasi contemporaneamente, la Svezia e la Germania hanno scelto due strade completamente diverse per contrastare la prostituzione. La Svezia ha deciso di punire i clienti e la Germania l’esatto contrario. Ora che è passato del tempo, possiamo vedere senza alcun malinteso quale modello abbia garantito una maggiore protezione delle donne e della società.

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La prostituzione è incompatibile con l’uguaglianza uomini-donne

Pubblichiamo l’intervento di Ingeborg Kraus alla Conferenza di Madrid organizzata dalla «Commissione per l’indagine sui maltrattamenti alle donne», con il titolo « La prostituzione è incompatibile con l’uguaglianza uomini-donne »
Madrid, 15.10.2015

«In Germania, l’abolizionismo non è preso sul serio perché si immagina che esista una “buona prostituzione”. Si ammette che la prostituzione infantile non sia tollerabile; allo stesso modo, si considera la prostituzione cosiddetta “sotto costrizione” come un flagello. Ma la prostituzione tra due persone adulte, che vengono definite mutualmente consenzienti, perché mai? Perché vietare a due persone adulte questa decisione?

Un anno fa, è stato pubblicato un “Manifesto degli psicotraumatologi tedeschi contro la prostituzione” Manifeste des psychotraumatologues allemandes contre la prostitution. Questo testo afferma che la prostituzione è umiliante e degradante, che è un atto di violenza e che perpetua questa violenza nella vita delle donne. Non c’è una “buona prostituzione”. Il manifesto chiede anche una legge che responsabilizzi gli uomini, con l’esigere una legislazione penalizzante per i compratori di sesso. Questo manifesto è stato firmato dagli specialisti in traumi psichici più riconosciuti e più influenti di Germania.

Per comprendere l’importanza di questo manifesto, vorrei situarlo nel suo contesto storico, perché arriva con 120 anni di ritardo! Continue reading

Abolition means Love! Abolizionismo e relazioni

Ringraziamo la psicoterapeuta e attivista Ingeborg Kraus che ci ha autorizzate a tradurre un suo intervento che si è tenuto alla Conferenza  sul mercato del sesso organizzata da TALITA il 2 ottobre 2017. Lo scambio con Ingeborg  è incominciato più di un anno fa, quando nel nostro collettivo abbiamo iniziato ad indagare sul legame tra trauma e prostituzione, a partire anche da esperienze personali e dalla lettura di testi fondamentali come quello di Judith Herman. Ingeborg da tempo denuncia il fallimento della legge tedesca, che invece che mettere fine alla tratta e allo sfruttamento sessuale ha fatto aumentare la prostituzione del 30%, e che   come dice l’ufficiale di Polizia Paulus “ha trasformato i criminali in rispettabili uomini d’affari”, i quali tengono in schiavitù donne provenienti per il 90% dall’Est Europa. Al centro del discorso di Ingeborg c’è la libertà sessuale, l’amore libero dalla violenza patriarcale per cui le femministe da sempre si sono battute. Molti sostenitori e sostenitrici dell’industria del sesso rivendicano che la prostituzione e la pornografia abbiano permesso alla donne di conquistare la libertà sessuale attraverso il disporre libero dei propri corpi nello scambio con i compratori, ma la realtà dei bordelli tedeschi ci parla di stupri ripetuti a cifre stracciate, del doppio sfruttamento sessuale di clienti e papponi, una realtà dove la violenza più estrema è normalizzata e le donne più povere e vulnerabili condannate alla marginalità sociale, ad essere abusate dai ricchi colonialisti tedeschi per poi essere rispedite una volta inutili al loro paese di origine, più povere e traumatizzate di prima. Un olocausto che si sta consumando nel silenzio generale di una larga parte della popolazione tedesca e non solo. La libertà sessuale e le relazioni umane sono quanto di più lontano da un mercato che distribuisce come su un nastro trasportatore tranci di “carne fresca”, spesso di ragazze minorenni sacrificate per la soddisfazione di chi detiene il potere e che può comprarsi con 50 euro birra, salsiccia e donne “all you can eat”.  Continue reading